Lecce

 

E’ nel  ‘600 che sorge la maggior  parte degli edifici religiosi e civili, caratterizzati da un tipo singolare di architettura e scultura che non trova esempi in  nessuna altra parte del mondo: il  barocco leccese, che sembra aver completamente trasformato l’immagine di Lecce caratterizzandola al punto tale che, da allora in poi, risulta difficile riconoscere i segni urbani delle stratitificazioni precedenti.

Sfruttando le possibilità decorative offerte dalla pietra leccese - un calcare omogeneo e compatto, facile da lavorare grazie al  certosino lavoro di abili scalpellini -, si è data origine a degli autentici capolavori che sembrano merletti o  gioielli in filigrana.

Il  barocco leccese  è tipico  per  l’elegante compostezza delle forme rinascimentali e la ricchezza degli elementi decorativi: balaustre, trafori, colonne tortili, nastri di fiori e frutta svolazzanti,   che traggono ispirazione dalla cultura agricola contadina e dai motivi classici del  mondo colto.

Quest’arte che si è sviluppata nel tempo grazie ad una tradizione artigiana floridissima si è  diffusa anche nelle costruzioni minori fino ad interessare le abitazioni più modeste. I principali maestri furono Gabriele Riccardi e Francesco Antonio Zimbalo, ancora misurati e prossimi al classicismo cinquecentesco, Giuseppe Zimbalo detto lo Zingarello – il più fastoso e sfrenato, Cesare Penna scultore di elegante sensibilità, Achille Carducci e Giuseppe Cino che moderano l’esuberanza decorativa in forme più eleganti ed aggraziate
Anche il settecento è un secolo fervido per l’attività edilizia: si continuano a costruire chiese e palazzi e tra gli architetti che godono di maggiore considerazione tra i committenti, occorre citare Emanuele e Mauro Manieri, artefici di numerosi e scenografici palazzi.